giovedì 15 ottobre 2009

Au revoir, capitano



Un poker regale di Berna e l'Aquila seppellisce il Goblin, segna sette gol e parte con il piede giusto.

I rapaci non perdono mai la bussola. Subito forte con tre gol dopo cinque minuti, poi il match è in discesa. Partita forse facile, ma rischiosa. Nel secondo tempo si rischia il ritorno degli avversari, ma nel loro momento migliore, il prossimo Amerigo Vespucci prende la mira, si concentra, pensa di aver davanti la faccia del console di Firenze, che gli ha negato il visto e lo colpisce in pieno, sfondando l'incrocio dei pali.
Si è rivista anche una criniera bionda folleggiare nelle aree. Senz'altro da rivedere Berti, ma si è mosso bene, con la consueta follia. Solidissimi gli innesti, rinnovati gli altri.
Berna intanto prova a metter su legna per l'inverno, staccando il biglietto aereo nel modo migliore. Au revoir, capitano.
Aquila batte Goblin 7-2
Aquila (2-3-1) Romanin; Rinaldi, Guaraldi; Grassia, Bernardini L., Marceddu, Gentili. (Calabrese, Solini, Berti, Bernardini M.).
All. Fornasari.
Marcatori: Bernardini L. (4), Gentili, Grassia, Bernardini M. (2)
Rinaldi: Cosce gigantesche e cervello fine. Mancino generoso, dà grande solidità, con Lallo forma una coppia di marcatori davvero coriacea. Muraglia.
Guaraldi: Concentratissimo dall'inizio alla fine. Si oppone con tutto se stesso agli attacchi dei Goblin, difendendo il bastione con la vita. Statuario.
Marceddu: Non riesce proprio a segnare ad un portiere con la faccia da Saviano e la maglia del Cagliari. Sforna due assist, corre e frulla. Perde la testa con un falletto sul rigore, ma si può perdonare. Patriota.
Bernardini M.: Due gol, uno brutto, ma importante e quello del 7 a 2. Partito Fidel, toccherà a Raul prendere in mano lo stato. Lo aspettiamo alla prova della maturità, intanto dà costanza e sostanza, calciando un paio di sinistri fotocopia in piccionaia. Taciturno.
Calabrese: Debutto ed emozione. Il più giovane del gruppo mostra muscoli e grinta, tanta voglia di fare. Un assist a Griso, mangia un bel piattone di umiltà. Promettente.
Grassia: Rigenerato. Macina chilometri, fa il solito gol in girata sporca e rischia di farne almeno altri due. Lo vedremo quando ci sarà da tirar fuori il carattere, ma così è già uno dei leader. Redivivo.
Solini: Vorrebbe fare il centrocampista, ma nel secondo tempo arretra centrale nella difesa a due. Operaio e tuttofare. Non brontola neanche più, con un pieno di autostima, direttamente in vena. Volonteroso.
Gentili: Di nome, ma non di fatto. Apprendista attaccante, segna al primo tiro, scappa dai difensori e si fa inseguire tutta la partita. Imprendibile.
Berti: L'ultimo ad arrivare, il primo ad andar via. Appare in campo, balla il tango e sfiora (si mangia) il gol in più di un'occasione, anche con un cucchiaietto respinto sulla linea. Non crede al passaggio allo zucchero di Berna. Solo sregolatezza, per ora.
Bernardini L.: Chi l'ha 'visto'? Non certo i difensori avversari che se lo perdono di piede, di testa e di cuore. Una partita che vale un viaggio oltreoceano. Prontissimo.

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