sabato 21 febbraio 2009

Sterilità


Drink Factory si beve l'Aquila. Analcolici e annacquati in attacco, i rossoblù si arrendono dopo aver lottato. Rete con tunnel di Michele al portiere avversario e squadra padrona del campo per 15 minuti. Si recrimina addirittura per un gol fantasma su torsione aerea di Solini. Ma poi arriva un uno-due micidiale quanto accidentale che fa scendere la colonnina del morale.

Secondo tempo volenteroso, ma davanti si va per improvvisazione e dietro si ringrazia la scarsa capacità realizzativa dei trincatori, a volte appannati.

Che dire. Meglio delle ultime uscite, si è vista una squadra con il desiderio di tirarsi su anche se decapitata del miglior realizzatore. Troppo sterili quando si arriva vicini alla porta e si sbaglia l'ultimo passaggio o non si tira. C'è ancora tutto il girone di ritorno.


Sei meno di incoraggiamento a tutti


Griso: Coriaceo come terzino, spinge alla ricerca della forma che non c'è. La fascia lo responsabilizza, ma deve ancora lavorare sulla precisione nelle legnate che una volta erano il suo piatto forte. Falegname.

Vitto-Cic: Non giocava da prima di Natale e sente ancora i panettoni che gli frullano tra testa e gambe. Fiato corto, ma buon senso di posizione e sicuro negli appoggi. Peccato per qualche amnesia, ma può dare molto alla causa con la sua esperienza. Ancorato.

Fede Solini: Maestro nel dannarsi l'anima. Deve trovare ancora l'umiltà dell'allievo nel capire quando non è più lucido e moderarsi. O rischia di fare danni. Finte e controfinte, un gol di testa annullato. Podista.
Paolino: Primo tempo alla Gattuso, secondo più ectoplasmatico. Parte, corre, picchia, ringhia, imposta, cala alla distanza. Almeno abbiamo trovato uno che batte gli angoli con un senso. Temerario.
Michele: 'Te la senti di giocare più avanti?'. Difensore prima del match, centrocampista durante, attaccante nel processo sotto la doccia. Gollaccio di astuzia e classe. Opportunista.
Marcello: Guizzante. Deve far reparto da solo, fatica a trovare le misure e le conclusioni. Bomber di razza rubato alla famiglia, avrà tempi e modi di segnare reti decisive. A volte lontano dalla porta. W la tuta!
Marco: Parte dalla panchina e prova ad inserirsi lottando e facendo valere il suo fisico. Vale ancora la scusa dell'esordiente. Sa far girare il pallone meglio di altri, potrebbe ogni tanto provare la soluzione personale. Compatto.
David: Serata storta. Inciampa e non sta in piedi. La volontà c'è, ma l'emozione lo tradisce spesso. Un fallaccio subito nel primo tempo lo blocca. Corre tanto, a volte a vuoto. Malcapitato.
Tommy: Effetto redbull. Sul primo gol la palla era lenta e sono partito in ritardo. Poi l'ha messa lì. Sul secondo mi ha sorpreso la deviazione di Fede. Mi sembra di aver giocato meglio delle ultime. Loquace.
Leo: Viene a prendersi il freddo per il gusto di guardare gli amici perdere. Coltiva velleità da allenatore o da difensoraccio rude del futuro. Fedelissimo.


giovedì 12 febbraio 2009

Il digiuno prolungato


Pareggio triste. Due gol in contropiede in sette contro sei. Aquila molle e caritatevole all'inizio con avversari che non se lo meritavano. Un po' meglio quando si è alla pari. Alla fine gabbati mentre si stava ribaltando una partita persa. Giustamente. Ingenui sulla punizione. Ingenui nel non approfittare della superiorità numerica iniziale e del recupero miracoloso finale. Il digiuno continua.

Dò un cinque politico a tutti, per protesta contro la Gelmini. Ma non mi risparmio di scrivere qualche giudizio, che spero verrà letto come un gioco. E non come una lama tagliente.

Fede: Ostinato, quasi cocciuto. Un assist e mezzo con le sue scorribande sulla fascia. Corre e rincorre senza stancarsi, rischia di perdere in lucidità. Ancora da rivedere dietro, a volte perde l'uomo. Se mettesse su qualche muscolo e non avesse paura di far male agli altri sarebbe un mastino. Pertinace.

Marco: Esordiente. Alterna uscite sontuose a svarioni. In attesa di un feeling maggiore con i compagni, si potrebbe provare anche più avanzato. Potrebbe portare alla squadra grinta e qualità, che non sembrano mancargli. Sulla soglia.

Michele: Si becca gli urli del portiere. E' alto uno e novanta e pesa 85 kg, è ora che inizi a farli sentire. Si arrabbia solo quando perde palla e fa finalmente un fallo giusto. Rubategliela più spesso. Pochi caffè prima della partita. O troppi. Corda tirata.

Luca: Capitano, sempre coraggioso. Fino alla nausea. Primo tempo lento, secondo di rabbia e si inventa la 'solita' tripletta. Finisce con i conati. Avrebbe bisogno di correre di più o di correre meglio. Congestionato

Steve: Cassiere, un po' appesantito. Prova giocate che di solito gli riescono, ma fatica a trovare una sua dimensione. Si massaggia la testa durante l'intervallo, ma il cervello non sempre fa luce. Poteva fare il cane in difesa. Sa che può dare di più e più lo sa più gli dà fastidio. Trasecolato.

Gnappo: Esagera con i volteggi. Efficace quando gioca di prima, ballerina quando si perde con i tocchi di suola. Gollaccio nel primo tempo, peccato che non veda il portiere in uscita nel finale. Ritardatario!

David: Si sblocca con una rete di punta che sfonda le mani al portiere. Scarpe nuove, vizi antichi. Non è un primo attaccante, torna indietro a prendersi la palla troppe volte. Quando deve tirare, la passa. Quando deve passare, prova il dribbling. Se credesse davvero in se stesso senza dover dimostrare sempre qualcosa...Sfumato.

Griso: Si inventa sindromi che non ha. Lo vogliamo rivedere terzinaccio, scarpe grosse e testa fina. Lo vogliamo rivedere che segna da terra contro San Giacomo. Perde la calma quando gli fanno 'schht'. Il guerriero di un tempo non sentiva neanche se tiravano una bomba carta in campo. Sofisticato.

Tommy: Non tocca un pallone. Freddo nelle gambe, non in testa. Urla e sbraita come al solito, senza effetti sulla partita. Autocritica obbligatoria. Redbull prima del match necessaria. Diafano.