martedì 8 novembre 2011

Il grilletto


A volte c'è come un grimaldello inaspettato per scassinare le porte chiuse. Un grilletto da premere per fare fuoco. Poi si comincia a prendere il ritmo, si trovano le misure del bersaglio e dopo non si fallisce più. La speranza è che questo sia stata la zampata finale del capitano. Un primo punto, di rabbia pura, in una serata di nebbia totale.

Aquila e Corradi 4-4 (1-3).
Aquila (2-3-1) : Romanin, Checchi, Bernardini M., Summo, Bernardini L., Goteri, Gentili. (Calabrese, Diazzi, Rinaldi). All.: Fornasari.
Reti: Gentili (2), Bernardini M., Bernardini L..

Checchi: Tre maglie addosso gli pesano più del camice e lo fanno concludere esausto, asmatico. Un paio di scivolate evitano la capitolazione. Accaldato.

Bernardini M.
: La franata sull'attaccante è ormai un marchio di fabbrica. Per uscire dallo stato di calamità ci mette un po', ma suo è il gol della speranza. Ricostruttore.

Summo: Si fa male al pedunincolo, un muscolo sconosciuto fino alla serata di ieri. Si trova dietro l'inguine, sotto i gioielli di famiglia, davanti al gluteo da modello. Assist e corsa, finche può. Frenato.

Bernardini L.: Marmoreo quando segna, perché sa che in fondo quel gol poteva arrivare molto, molto prima. Ha bisogno di campo, di ragionamenti, geoemetrie. L'espulsione lo ha limitato. Deve dire la sua, incidere. Per farlo, ha tutto il tempo. Miroslav.

Goteri:
A due passi da casa, esce in pantofole. A metà partita si mette finalmente la giusta calzatura e pennella qua e là, con discrezione. Meno male che non ha sbagliato l'ultima punizione. Quella che contava. Macchiaiolo.

Gentili: Dinnoccolato, ma finalmente si sblocca. Due gol scanzonati, per gradire, e per dire che il bomber c'è. Da così, può solo crescere in cinismo e potenza. Glabro.

Calabrese:
Il nostro Jobs non trova il lavoro per sè: si avvita, cade, aspira ma fatica ad implementare le adatte applicazioni. L'altra volta aveva centrato tutto, una nuvola di promesse. Overload.

Rinaldi: Dai raggi del sole alla nebbia di Castelmaggiore. Da Capo Verde al campo verde, dalla plaja alla palla... il passaggio è duro, e i passaggi non sempre li azzecca. Meglio della prima, in crescendo. Abbronzatissimo.

Diazzi: Quella zuccata a levar via la palla dall'incrocio dei pali vale come un gol in rovesciata. Sta inserendosi e ingranando, e noi siamo contenti. Istintivo.

Fornasari: Ammogliato, affannato, ma ci mette il cuore. Il miele della luna è un ricordo e il satellite si nasconde dietro la bruma. Ma lui non molla. Conducator!

Portiere: Un rigore battezzato male, un bagher invece di parare. Poi un'uscita a farfalla e una barriera mal piazzata. Quattro pere, e niente male, diciamo che il dovere si può anche far meglio. Confuso.