venerdì 13 marzo 2009

A portata di mano(tta)


Beffati da una manotta. E dalla mozzarella in testa e nei piedi.

L'aquila deve tirarsi su, prendersi per mano e ripartire. Perdere si può perdere, contro squadre forti e divertendosi. Ma non con le ultime due squadre che abbiamo affrontato. Non si può perdere contro chi la butta sulla rissa dall'inizio. Questi qua devono passare il week-end a leccarsi le ferite e capire che non ci si può presentare con quell'atteggiamento. E invece noi li facciamo vincere, guardandoli come si guarda l'autobus quando l'hai appena perso. Bisogna arrivare puntuali alla fermata, con il biglietto in tasca da timbrare in faccia al controllore. Oppure inseguirlo e saltar su.


Primo tempo dignitoso, fino al gol. Sembra il replay di venerdì scorso. Si prende una rete dettata dalla casualità e si va in banana. Si prendono meno gol dell'andata, ma non si segna più. Si fanno falli inutili, ci si becca le ammonizioni, quando sono gli altri che picchiano e protestano dall'inizio della partita.

C'è qualcosa che non va.

I giovani devono essere più umili, giocare di prima, arrivare puntuali. I vecchi devono trascinare gli altri, no inventarsi dei ruoli o andarsene a metà del secondo tempo come dei bimbi piccoli quando i bimbi cattivi ti hanno rubato il gelato o fare le rissotte. Poche storie sul fiato, eravamo in 11, loro in 8 e hanno 40 anni.

Non è un problema di fiato, nè un problema tattico.

Più sono cattivi, più è bello batterli. Abbiamo di fronte meno di un'ora alla settimana, in cui dare il massimo. Bisogna essere come dei cagnacci in gabbia che hanno un'ora d'aria. Se ripartiamo dal primo tempo fino al loro gol andiamo lontani. E le manotte finiremo anche per alzarle

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